Foresta urbana di Monterusciello, il progetto recupera anche le infrastrutture
– La rigenerazione green, finalizzata a creare una “Foresta urbana”, prosegue nel quartiere puteolano di Monterusciello ed estende il campo della sua azione di riqualificazione. Non solo piantumazione di alberi e piante (quasi 60 mila quelle previste a fine progetto), ma anche pulizia, bonifica e riattivazione di vecchie reti infrastrutturali.
Ne è un esempio “l’area 3”, adiacente a Via Scarpetta, nei pressi delle strade dove si volge il mercato rionale. Una delle porzioni dove è stato più complicato entrare. Il deficit di programmazione e manutenzione ordinaria, come era prevedibile, durato quasi 40 anni, ha prodotto utilizzi impropri e accumulo di rifiuti solidi urbani, stimati in 6/7 tonnellate, su un totale di 20 tonnellate raccolte finora su tutti e 46 gli ettari che sono oggetto dell’intervento finanziato con fondi PNRR per la transizione ecologica.
Nell’area 3, grande quasi 7 ettari, è stata messa in luce la presenza di due canali di regimentazione delle acque, lunghi rispettivamente 200 e 300 metri circa, quasi dimenticati, utilissimi per evitare allagamenti dopo le piogge, a ridosso delle abitazioni e delle strutture scolastiche vicine. Completamente ostruiti da rifiuti misti a fango, vengono ora restituiti ai cittadini e alla comunità come infrastruttura pubblica. Fondamentale, dunque, che l’Ente pubblico e la comunità sappiano cogliere il valore aggiunto, in termini di servizi, rappresentato dal lavoro condotto nell’ambito nel progetto “foresta urbana di Monterusciello”.
L’area 3 vede, inoltre, vede la presenza di un originario bosco di castagno, che è stato possibile rivitalizzare con l’eliminazione della vegetazione infestante e delle piante malate, che accompagnerà le ulteriori nuove piantumazioni di specie autoctone e di macchia mediterranea.
La strada per migliorare le condizioni materiali del grande insediamento post-bradisismico di Monterusciello è senz’altro lunga, ma un passo alla volta è possibile recuperare non solo gli ettari di terreno a un uso più civile e pulito, ma anche un po’ di fiducia e di sguardo positivo da parte dei residenti verso l’idea stessa di “pubblico” e di “quartiere”.
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